Trapani è un comune italiano di 55 104 abitanti, capoluogo dell’omonimo libero consorzio comunale in Sicilia.
Trapani ha sviluppato nel tempo una fiorente attività economica legata all’estrazione e al commercio del sale, giovandosi della sua posizione naturale, proiettata sul Mediterraneo, e del suo porto, antico sbocco commerciale per Eryx (l’odierna Erice), sita sul monte omonimo che la sovrasta. L’economia oggi si basa sul terziario, sulla pesca (anticamente quella del tonno rosso, con la mattanza), sull’estrazione ed esportazione del marmo, sulle attività legate al commercio e al turismo.
L’agglomerato urbano comprende circa 80 000 abitanti, in quanto include anche la popolosa frazione di Casa Santa, ricadente nel territorio del comune di Erice.
Geografia fisica
Territorio
Trapani è posizionata nella parte più occidentale della Sicilia, sul promontorio dell’antica Drepanum in latino, dal greco Drepanon (Δρέπανον, falce), data la forma della penisola su cui sorge la città. Il territorio comunale è vasto 180,44 chilometri quadrati, il secondo più esteso della provincia dopo quello di Marsala, con una densità di circa 307 abitanti per chilometro quadrato. La città ha un’altitudine media di tre metri sul livello del mare.
Il suo territorio comunale è attraversato dal fiume Chinisia.
Fanno inoltre parte del territorio di Trapani l’Isola della Colombaia, lo Scoglio Palumbo, e gli scogli Porcelli.
Clima
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Trapani Birgi, Stazione meteorologica di Trapani Centro e Stazione meteorologica di Birgi Nuovo.
La città di Trapani si caratterizza per il tipico clima mediterraneo, costituito da inverni tiepidi ed estati calde ma generalmente non torride e ventilate; solo durante le onde di calore e in presenza di venti di scirocco provenienti dal Sahara le temperature massime possono attestarsi attorno ai 40 °C, ma con umidità relativa che crolla letteralmente. I venti sono frequenti, e le precipitazioni si attestano sui 450 mm annui, con marcato minimo estivo e picco autunnale molto contenuto.
Di seguito è riportata la tabella con le medie climatiche registrate nel trentennio 1971–2000:
Origini del nome
La mitologia vuole che una falce caduta dalle mani di Cerere oppure di Saturno, quest’ultimo il tradizionale dio patrono della città, si mutò in una lingua di terra arcuata sulla quale sorse poi la città, per tale forma detta appunto Drepanon (“falce” in greco antico).
Nell’Eneide, Virgilio racconta che il padre di Enea, Anchise morì a Drepanum e, dopo la fuga da Didone, l’eroe troiano vi ritornò per celebrarvi dei giochi, i ludi novendiali.
Storia
La fondazione
Vista dalle vecchie mura di Tramontana
I fondatori del primo nucleo abitativo di Trapani furono probabilmente gli Elimi, un popolo stanziatosi nella Sicilia occidentale in epoca protostorica e di cui Eryx (Erice) era uno dei centri principali. La data della fondazione è quasi sicuramente anteriore alla caduta di Troia (1184 a.C.). Il piccolo villaggio di Trapani doveva sorgere su un’isola divisa dall’entroterra paludoso mediante un canale navigabile e rivestiva il ruolo di porto commerciale di Erice. Trapani divenne presto una città-emporio grazie alla sua felice posizione geografica.
L’influenza cartaginese
Tra IX e VIII secolo a.C. si affermò a Trapani l’influenza punica. Durante le guerre contro i Greci e Siracusa dei secoli successivi, Trapani si fortificò e si mantenne saldamente alleata alla città di Cartagine. Nel 260 a.C. Amilcare giunto in Sicilia, ne rafforzò la cinta muraria, fece costruire il Castello di Terra, la Torre Pali e la Torre Peliade o Colombaia e vi trasferì parte degli abitanti di Erice. Il generale Aderbale, che vi aveva insediato il comando generale delle forze cartaginesi, sconfisse i Romani nella battaglia di Trapani. Drepano (Trapani), insieme a Lilibeo, fu una delle ultime roccaforti cartaginesi in Sicilia.
Dai Romani alla dominazione spagnola
L’importante posizione strategica fu utilizzata durante la Prima guerra punica quando i Cartaginesi sconfissero la flotta romana nella Battaglia di Trapani del 249 a.C. Ma alcuni anni dopo, nel 241 a.C., Gaio Lutazio Catulo sbaragliò la flotta cartaginese nella battaglia delle Isole Egadi che pose fine alla guerra. I Romani così conquistarono la città, latinizzandone il nome in Drepanum.
I Romani trattarono le città siciliane a seconda della loro condotta durante la guerra punica. Drepanum rientrò fra le 26 città censorie (civitates censoriae) ovvero fra quelle più pertinaci nella resistenza contro i Romani. Osteggiata dai Romani, che non le perdonarono la fedeltà a Cartagine, Trapani entrò in un periodo di decadenza e si spopolò.
Dopo i Romani, dominarono la città i Vandali, poi i Bizantini, ma fu nel IX secolo d.C. con gli Arabi (che la chiamarono Itràbinis, Taràbanis, Tràpanesch) e con i Normanni (che la conquistarono nel 1077 guidati da Ruggero I) che la città raggiunse un fervido sviluppo, florida nei commerci e nelle attività culturali. Il porto della città fu uno scalo importante anche durante il periodo delle crociate. Più in generale, durante il Medioevo, fu uno dei più importanti del Mediterraneo: tutte le più potenti città marinare (Genova, Pisa, Venezia, Amalfi) avevano un consolato nel porto trapanese e, specialmente con le prime due, Trapani aveva l’accordo per fungere da scalo verso i loro possedimenti nell’Africa settentrionale.
Nel 1266 la flotta Veneziana e Genovese si scontrarono davanti al porto di Trapani durante la guerra di San Saba. I Veneziani catturarono l’intera flotta genovese.
Pietro d’Aragona sbarca a Trapani nel 1282, manoscritto, Biblioteca Vaticana
Dopo un breve periodo sotto gli Angioini, Trapani partecipò attivamente alla sollevazione dei Vespri siciliani guidati da Palmiero Abate, passando nel 1282 agli Aragonesi. Durante il XIV e il XV secolo la città si ingrandì e divenne il centro economicamente e politicamente più importante della Sicilia occidentale. Nel 1478, Ferdinando il Cattolico concesse alla città il titolo di Invittissima al riguardo «delle gloriose resistenze fatte sempre ai nemici del regno».
Il 20 agosto 1535 Carlo V, arrivò a Trapani dopo aver conquistato Tunisi. La città si era ormai talmente affermata nello scacchiere geopolitico dell’epoca da meritare dallo stesso Carlo V l’appellativo di “Chiave del Regno”. Durante la sua permanenza a Trapani, Carlo V giurò di mantenere i privilegi della città, compreso quello con cui il Senato cittadino poteva conferire lauree in medicina, fisica, teologia, matematica, belle arti e giurisprudenza.[8] Nel 1589, Trapani da semplice Terra divenne Civitas[9].
Nel XVII secolo Trapani conobbe un periodo di decadenza soprattutto a causa delle insurrezioni dovute a carestie, come nel 1647 e nel 1670-1673, e della pestilenza nel 1624. Il XVIII secolo vide aumentare sensibilmente la popolazione trapanese che passò da circa 16 000 a 25 000 abitanti.
Dai Borboni al fascismo
Vista sulle saline e le isole Egadi in una stampa inglese di primo Novecento
Dopo le brevi parentesi sabauda (1713) e austriaca (1720), dalla seconda metà del Settecento inizia il Regno borbonico che continuerà fino al 1860.
Nel 1756 fu assegnato a degli scalpellini trapanesi il compito di lavorare gli scaloni della scala regia della Reggia di Caserta.
I Borboni procedettero alla bonifica di alcune aree della città e al suo sviluppo urbanistico. In questo periodo i trapanesi si dedicano al commercio e all’industria del sale e alle tonnare. Trapani partecipò attivamente ai moti del 1848-1849, sanguinosamente repressi. Nel 1861 Trapani si pronunciò con il plebiscito per il Regno d’Italia.
Dopo la prima guerra mondiale (durante la quale Trapani ebbe circa 700 caduti[11]), la città visse un periodo di sviluppo: le industrie legate alle saline, alle tonnare, al vino, all’olio fecero di Trapani una città particolarmente dinamica non solo dal punto di vista economico ma anche culturale. Nel 1924 Mussolini, dopo una visita in città, decise di inviare a Trapani il prefetto Cesare Mori che, dopo poco più di un anno, fu trasferito a Palermo con poteri straordinari per la repressione del fenomeno mafioso. La Seconda guerra mondiale vide Trapani impegnata come porto e base sommergibilistica di primaria importanza e, con i locali aeroporti di Milo e di Chinisia, divenne punto di collegamento dei rifornimenti per le truppe dell’Asse in Nord Africa. Subì pesanti bombardamenti: fu bombardata dai francesi il 22 giugno 1940, dalla RAF il 10 novembre 1941 e il 31 maggio 1942, subendo poi 27 bombardamenti degli angloamericani da gennaio a luglio 1943[13], con la conseguente distruzione dell’intero quartiere storico di San Pietro. Le incursioni aeree che devastarono la città la collocarono al nono posto dei capoluoghi di provincia italiani bombardati. Il 22 luglio 1943 le truppe alleate di Patton giunsero nella piazza di Trapani trovando una città stremata.
Età contemporanea
Palazzo Cavarretta o Senatorio, sede del senato cittadino, e oggi del Consiglio comunale
Nel referendum del 1946 la Provincia di Trapani si schierò, unica in Sicilia, in maggioranza per la Repubblica. Il capoluogo, al contrario, espresse un voto monarchico. Tra il 1950 e il 1965 vi fu una lenta ripresa delle attività industriali e commerciali, ma la città non si risollevò mai del tutto dalla crisi dell’immediato dopoguerra ripiegando anonimamente nel terziario e nelle attività connesse al suo ruolo politico e amministrativo di capoluogo di provincia. Il terremoto della Valle del Belice del gennaio del 1968 provocò morte e dolore anche nella città di Trapani. Altri lutti con l’alluvione del 1965 e con quella del 5 novembre 1976 che provocò 16 morti.
Con gli anni novanta la città si è proposta con più convinzione rispetto al passato come meta di interesse turistico, storico, culturale e sportivo attraverso piani di riqualificazione del centro storico, la realizzazione di nuove infrastrutture urbane, l’incremento di attività ricettive, di ristorazione e di intrattenimento, con una più spiccata attenzione alla valorizzazione del suo ingente patrimonio storico, architettonico e naturalistico.
Negli ultimi anni la città ha assunto anche una rilevanza internazionale con eventi di indubbia importanza sia culturale, come le mostre su Caravaggio, Leonardo Da Vinci[14] e del Crocifisso Ritrovato di Michelangelo, sia sportivo con alcune delle fasi della Vuitton Cup.
Simboli
Lo stemma del Comune di Trapani è stato concesso con decreto del Capo del governo dell’11 agosto 1928]
«Di rosso, al ponte di tre archi, l’ultimo incompleto, sostenente cinque torri, delle quali la seconda più alta, il tutto di oro, murato di nero, posto sopra un mare fluttuoso di azzurro e di argento, e sormontato da una falce d’oro, posta in fascia, con la impugnatura a destra e la punta rivolta verso la punta dello scudo.»
Le cinque torri rappresentano le prime cinque torri che difendevano il nucleo della città: la Torre Pali, oggi scomparsa; la Torre Vecchia; la Torre di Porta Oscura; la Torre del Castello di Terra; la Torre Peliade o del Castello di Mare detta anche “Colombaia“.[16]
La falce che sormonta le torri richiama immediatamente la forma falcata della penisola sulla quale si adagia la città di Trapani (Drépanon in greco vuol dire “falce”).
Il ponte con i tre archi rappresenterebbe le antiche porte di accesso alla città, mentre altre interpretazioni ritengono sia l’antico acquedotto che collegava il centro urbano alle sorgenti di campagna lungo il tratto di strada che prende oggi il nome di via Archi.
Onorificenze
La città di Trapani è la XIV tra le 27 città decorate con la medaglia d’oro alle Città “Benemerite del Risorgimento nazionale” per le azioni patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento. L’onorificenza fu assegnata nel 1899 da re Umberto I. Il 31 dicembre 1961 Trapani è stata insignita dal Presidente della Repubblica della Medaglia d’oro al valor civile per le numerose vittime subite nel corso dei bombardamenti degli Alleati durante la seconda guerra mondiale.
Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture religiose
Chiesa del collegio dei gesuiti
- Chiesa del collegio dei Gesuiti, complesso comprendente il collegio e il convento, progettato dall’architetto messinese Natale Masuccio, costituisce un esempio di barocco siciliano. Il collegio gesuitico dal XIX sec. è sede del Liceo Ximenes.
- Basilica santuario di Maria Santissima Annunziata, detta “Madonna di Trapani”.
- Chiesa di Sant’Agostino, edificata nel Trecento, si distingue per il suo rosone e si staglia sulla piccola ma deliziosa piazzetta Saturno, ornata da una fontana trecentesca.
- Chiesa di Santa Maria di Gesù, notevole esempio di romanico, ospita una bellissima terracotta smaltata, la Madonna degli Angeli, di Andrea della Robbia.
- Chiesa del Purgatorio: ospita i venti sacri gruppi dei Misteri.
- Cattedrale di San Lorenzo. La chiesa si distingue per l’originale facciata barocca settecentesca costituita da archi. Al suo interno è possibile ammirare un dipinto raffigurante una Crocifissione attribuita al Van Dyck. Ha la dignità di basilica minore.
Basilica santuario di Maria Santissima Annunziata, patrona speciale della città, dalla Villa Pepoli
- Chiesa di Maria SS. dell’Itria. Altro notevole esempio di barocco siciliano, questa chiesa è comunemente chiamata Santa Rita perché vi si venerano la santa di Cascia e le reliquie del venerabile Fra Santo di San Domenico.
- Collegiata di San Pietro Apostolo. Questa chiesa, che dà il nome al quartiere più antico della città, sorge in un sito in cui probabilmente erano officiati i culti precristiani in onore di Saturno. Il fiore all’occhiello della chiesa è il suo splendido organo, costruito da Francesco La Grassa nel 1837[21] e composto da quattromila canne. Ha la dignità di basilica minore.
- Chiesa della Badìa Nuova, nell’elegante via Garibaldi, è una piccola ma preziosissima chiesa barocca.
- Chiesa di Sant’Alberto, in via Garibaldi, barocca e a unica navata circolare, è oggi chiusa al culto e ospita rassegne di arte contemporanea.
- Protobasilica di San Niccolò, sita in via Barone Sieri Pepoli. Ha la dignità di basilica minore.[20]
- Chiesa di San Domenico, ospita un crocifisso ligneo del 1300 che si vuole sia miracoloso.
- Specus Corallii, restauro del 2016 dell‘Oratorio Sala Laurentina su commissione della Cattedrale di San Lorenzo e progetto dell’architetto Antonio Cardillo.
Architetture civili
La torre in stile plataresco del Palazzo della GiudeccaPalazzo Burgio Baroni di Xirinda
- Casina delle Palme, piccolo edificio in stile liberty con giardino attiguo, nella zona del porto, 1922.
- Lazzaretto di Trapani, costruito nel XIX secolo.
- Palazzo Burgio dei Baroni di Xirinda, dimora cinquecentesca in via Garibaldi; sede del Banco di Sicilia dal 1908 dopo un intervento di restauro modulare a opera dell’architetto palermitano Francesco Paolo Palazzotto che ne realizzò la facciata neogotica.[24]
- Palazzo Nicolò Burgio, via Sette dolori. Presenta tre pregevoli finestre ogivali bifore e una bifora al primo piano, e tracce di un portale in stile chiaramontano. Si tratta delle vestigia della dimora trapanese della famiglia Chiaramonte[25].
- Palazzo Cavarretta, dalla sontuosa facciata barocca, è l’antico Palazzo senatorio, oggi sede del consiglio comunale.
- Palazzo D’Alì, costruito nel 1904, sede del Municipio, in piazza Vittorio Veneto.
- Palazzo Annibale Fardella, XVIII secolo, via Garibaldi, sede della Soprintendenza dei Beni Culturali.
- Palazzo Fardella Baroni di Mokarta, in piazza Matteotti, dietro la Cattedrale.
- Palazzo Alessandro Ferro, in corso Vittorio Emanuele, settecentesco, caratterizzato dall’orologio al centro del prospetto, e da balconi nei cui timpani sono posti medaglioni che raffigurano busti di personaggi illustri della famiglia Ferro.
- Palazzo Berardo Ferro, in corso Vittorio Emanuele, fatto costruire nel XVIII secolo in stile tardo barocco.
- Palazzo della Giudecca del XVI secolo, in stile rinascimentale, nell’antico quartiere ebraico della Giudecca (Jurèca).
- Palazzo ex Grand Hotel, (poi circolo della Concordia) costruito nel 1885 in Piazza Garibaldi.
- Palazzo Vescovile, composto da due palazzi del Settecento, quello del principe di Pandolfina e quello della famiglia Lombardo.
- Palazzo Lucatelli, dal 1455 fu sede dell’ospedale della Compagnia di S. Antonio che nel 1628 ereditò i beni del patrizio Lazzaro Lucatelli.
- Palazzo Malato, in stile neoclassico, via Torrearsa.
- Palazzo Manzo già Pucci, di gusto tardo barocco, fu la casa che diede i natali al ministro Nunzio Nasi.
- Palazzo Epifanio Marini, neoclassico, Corso Vittorio Emanuele.
- Palazzo Milo Baroni della Salina (ora Pappalardo), in via Garibaldi, edificato alla fine del Seicento.
- Palazzo Milo, via Argentieri.
- Palazzo Nobili, del 1500, rinascimentale, Via San Francesco di Paola.
- Palazzo Platamone, in viale Regina Margherita.
- Palazzo delle Poste, in pieno stile liberty, progettato dall’architetto Francesco La Grassa e completato nel 1927.
- Palazzo Riccio di Morana, palazzo nobiliare settecentesco in stile neoclassico, sede del libero consorzio comunale di Trapani.[26]
- Palazzo Riccio di San Gioacchino[27][28] tra via Turretta e corso Vittorio Emanuele, si caratterizza per i balconi riccamente decorati.
Il ballatoio che collega il Palazzo Vescovile con la Cattedrale di San Lorenzo
- Palazzo Sanseverino dei Principi di Brisignano, in via Libertà, secentesco, nel 1727 venne restaurato dall’architetto Giovanni Biagio Amico. Nel palazzo aveva residenza il viceré di Sicilia nelle sue visite a Trapani.
- Palazzo Saura, XVIII secolo, via Garibaldi.
- Palazzo Sieri Pepoli, sito tra via Carreca e via Barone Sieri Pepoli. Nel 1535 vi soggiornò per quasi due settimane l’imperatore Carlo V, di ritorno dalla campagna di Tunisi.
- Palazzo barone Stabile (già barone Domingo Morello), XVII secolo, in via Barone Sieri Pepoli.
- Palazzo Staiti, Baroni della Chiusa, XVIII secolo, via Garibaldi.
- Palazzo Todaro, Baroni della Galia, XVII sec, Via San Francesco di Paola.
- Palazzo della Vicaria, Via San Francesco d’Assisi, costruito ex novo nel 1830 dei gesuiti, fu sede delle carceri dal 1655 fino all’Ottocento, caratterizzato dai quattro telamoni in tufo stuccato della facciata.
- Porta Botteghelle, fu realizzata nel XIII secolo, e si apre sulla spiaggia delle Mura di Tramontana.
- Porta Ossuna o Serisso, non più esistente, si trovava sul lato opposto di Porta Botteghelle. La chiave di volta, con relativa iscrizione, è custodita al Museo Pepoli.
- Porta Oscura – torre dell’orologio, la più antica porta della città, adiacente a Palazzo Cavarretta, esisteva probabilmente già al tempo dei Cartaginesi. Nel corso dei secoli ha subito diverse modifiche. La torre, del XIII secolo, sostiene un orologio astronomico costruito nel 1596.
- Villino Nasi, si trova nella zona del porto peschereccio di fronte alla quale vi è l’isolotto su cui è ubicato il Castello della Colombaia
- Monumenti e sculture
Statua di Garibaldi, nell’omonima piazza
- Monumento a Giuseppe Garibaldi, realizzato nel 1890 da Leonardo Croce.
- Monumento a Vittorio Emanuele II, realizzato nel 1882 dal senese Giovanni Duprè.
- Fontana del Tritone, realizzata nel 1890, trova collocazione in Piazza Vittorio Emanuele. Al centro della fontana il monumento bronzeo realizzato nel 1951 dal maestro trapanese Domenico Li Muli.
- Monumento ai Caduti, realizzata nel 1923 dallo scultore palermitano Antonio Ugo.
- Fontana di Saturno, fatta costruire nel 1342 dal Senato di Trapani per celebrare l’inaugurazione dell’acquedotto, è inserita nella omonima piazzetta.
- Statua della Madonna di Trapani.
- Statua di Sant’Alberto degli Abati, statua reliquiario in argento, opera dell’argentiere Vincenzo Bonaiuto, custodita nella basilica santuario di Maria Santissima Annunziata.
Saline
Saline di TrapaniUn mulino a vento nelle saline
Sono ancora attive le saline trapanesi, con preziose testimonianze di archeologia industriale. Producono un sale marino IGP.
Le saline insistono nell’area della Riserva naturale orientata Saline di Trapani e Paceco gestita dal WWF e caratterizzata da una flora e da una fauna notevolissime. Grazie alla tutela garantita dalla Riserva, l’attività delle saline e la produzione del sale sono aumentate favorendo al contempo il ritorno e la riproduzione di decine di specie di uccelli migratori, tra cui il fenicottero rosa.